venerdì 10 settembre 2010

Al banco degli arrivi...

Sul tabellone si leggono gli arrivi previsti e i voli atterrati, una porta scura si apre e si chiude continuamente azionata dalle persone che a poco a poco, singolarmente o in gruppo, cariche di valigie, di pacchi, scatole e buste varcano quella soglia che separa il viaggio dal suo ritorno o dal suo inizio. Un viavai di persone anima l'area antistante delimitata dalle transenne a nastro, uomini in giacca con cartelli in mano cercano di attirare l'attenzione dei passanti sperando di incontrare presto il proprio cliente da accogliere ed accompagnare chissà dove! Passano hostess sui loro tacchi avvolte nel loro foulard,  comandanti di volo con in mano le loro vetiquattrore e con il fascino di chi ha visto il mondo anche dall'alto, bambini stendono uno striscione di benvenuto per zii lontani e sconosciuti, corpi nuovi si stringono per la prima volta in abbracci calorosi.
La voce chiara all'alto parlante in lingue diverse annuncia variazioni di orari, di imbarchi o ultime chiamate per passeggeri ritardatari, l'odore del caffè nell'aria  si mescola a quello della gente di ogni dove, di ogni cultura e tradizione.
Spuntano facce stanche provate dal viaggio, facce curiose di conoscere il mondo, visi spaesati, idiomi diversi si sovrastano, corpi vestiti di abiti strani o fin troppo comuni. La lancetta dell'orologio forma il suo angolo pieno... quella porta continua nel suo movimento meccanico di apertura e chiusura lasciandosi penetrare appena dallo sguardo impaziente e curioso di chi attende. Sembra essere tutto così normale, cosi schematico, così scontato ma se provi per un attimo ad immergerti in quella folla, se provi a sostituirti ad uno di quesi corpi in ansia, se provi ad appoggiare le spalle al muro chiudendo gli occhi allora senti nuove voci, nuovi ritmi.
Parlano gli animi, scandiscono il tempo i battiti del cuore e non serve guardare là verso la porta per capire se sta uscendo qualcuno... basta sentire il ritmo farsi più intenso con  battiti sempre più ravvicinati.
Ad occhi chiusi senti che non sei il solo, avverti quanta infinità si nasconde dietro a quei volti, desideri che si realizzano, vuoti che si colmano. In un attimo fai un rewind della tua vita e ti accorgi che mai come in quel momento ti senti al posto giusto, lì davanti al tabellone degli arrivi, lì a guardare verso quella porta cercando di tenere a freno le emozioni che solo colui che aspetti può regalarti.
Per un ora al banco degli arrivi!

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